La protezione dei bambini e dei ragazzi che arrivano in Italia: un diritto non negoziabile

Bambini e ragazzi soli, donne in stato di gravidanza, bambini con uno o entrambi i genitori, adulti, ci sono storie dietro i numeri dei flussi di migranti e rifugiati che stanno arrivando in Italia nel corso dell’ultimo anno. Sono persone che fuggono dalla fame, dalla guerra, da paesi nei quali è stata cancellata ogni speranza di poter immaginare e costruire un futuro. Sono persone che arrivano in Italia dopo aver subito gravissime violenze nei loro paesi e nelle zone di sosta prima di salire su una carretta del mare e giungere in qualche modo in Italia, se ci riescono: tanti sono i bambini, i ragazzi e gli adulti che muoiono ogni giorno nel tratto di mare che separa le coste italiane da quelle del Nord Africa. E rischiamo di abituarci a questo orrore.
Domenica 23 ottobre sono a arrivati a Napoli, al molo 21, 465 migranti, centrafricani, eritrei, somali, afghani e maghrebini di cui 98 minorenni tra i 12 e i 17 anni. Ragazzi completamente soli, senza famiglia né legami di parentela. Il trasferimento nella struttura di accoglienza è stato possibile solo dopo molte ore di attesa perché le norme di riconoscimento richieste dagli accordi europei impongono la certificazione dell’età e del foto – riconoscimento con procedure lunghe e talvolta rese più complicate dalla mancanza di strumentazioni adeguate. La reazione di una parte della cittadinanza napoletana è stata ben diversa da quella di Goro e Gorini che, in piena violazione delle norme di civile convivenza e del rispetto delle decisioni assunte dalla Prefettura, autorità pubblica che rappresenta lo Stato, hanno rifiutato di dare accoglienza e 12 donne e 8 bambini. Nel corso degli ultimi 6 anni il numero dei minori stranieri non accompagnati, rifugiati e richiedenti asilo è più che raddoppiato a seguito dell’aggravarsi della situazione internazionale e di una più forte instabilità politica e civile dei paesi africani e del Medioriente. Come Cismai riteniamo che non si possa ignorare il carico di sofferenze e orrori che segna profondamente la storia di tante di queste persone adulte e minorenni.
Accoglienza e progetti di sviluppo nei paesi di origine sono risposte necessarie per cercare di costruire un futuro che non sia soffocato dagli effetti dei traumi subiti ormai da interi popoli. Come Cismai giudichiamo che sia grave continuare a dare risposte guidate solo da una logica emergenziale perché ciò può produrre l’accettazione di un abbassamento del livello di qualità dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani fondamentali di tanti bambini e ragazzi. Sollecitiamo quindi tutte le istituzioni a vigliare affinché nei centri che accolgono i minorenni siano offerti interventi adeguati e garantiti servizi di cura, assistenza e sostegno, nonché misure di sicurezza atte ad evitare che questi luoghi si trasformino in assembramenti incontrollati dove nuove violenze possono manifestarsi, o nuove forme di sfruttamento esercitarsi. Auspichiamo inoltre che si concluda positivamente l’iter del disegno di legge C 1658 “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” sul riordino del sistema di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati, di cui Sandra Zampa, vicepresidente della commissione bicamerale per l’infanzia, è la prima firmataria. Il disegno di legge prevede, infatti, il divieto di respingimento per i minori non accompagnati e disciplina in modo organico il loro percorso una volta arrivati in Italia, dall’identificazione alla prima accoglienza ai percorsi di integrazione.
Tutti i bambini e tutti i ragazzi sono il nostro futuro, non importa da dove provengano.

Il Direttivo Cismai