È in crescita il numero dei minori che vivono fuori famiglia. Il dato e’ emerso dal secondo monitoraggio effettuato dall’Autorita’ garante per l’infanzia e l’adolescenza presentato il 18 ottobre 2017 a Roma.
Mentre il primo rappresentava una fotografia della situazione al 31 dicembre 2014, questo e’ riferito ai dodici mesi successivi, e quindi una fotografia aggiornata alla fine del 2015. Secondo i dati emersi, i minori presenti nelle comunita’ sono 21.035 – il 9,3% in piu’ rispetto al 2014 (erano 19.245) – e rappresentano circa lo 0,2% dell’intera popolazione infra diciottenne residente in Italia (pari a 10.008.033 all’1 gennaio 2016, secondo i dati Istat). Sono, poi, 3.352 le strutture attive sul territorio nazionale, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente (erano 3.192). Per quanto attiene invece alle zone in cui risulta maggiore la diffusione del fenomeno dell’accoglienza in comunita’, il primato spetta alla Sicilia (21,5%). Seguono Lombardia (12,1%) e Campania (10%). Tale dato va messo in relazione anche con l’incidenza che hanno sulla domanda di accoglienza i numeri crescenti degli arrivi di minori stranieri sulle coste siciliane: il 33,9% dell’accoglienza in comunita’ dei minori non accompagnati, infatti, avviene in Sicilia.
Per quanto riguarda l’eta’ dei giovani ospiti delle comunita’, c’e’ una netta prevalenza della classe di eta’ piu’ elevata (14-17 anni), che rappresenta il 61,6%. Dato, questo, in crescita rispetto a quello della precedente rilevazione (57,2%).
Diminuisce invece l’incidenza dei bambini con meno di 6 anni (13,2% rispetto al 15% del 2014), di quelli con eta’ compresa tra 6 e 10 anni (12,8% rispetto al 14,1%) e dei ragazzi nella fascia d’eta’ 11-13 anni (12,4% rispetto al 13,8).
Sono in calo le presenze di quelli che sono definiti ‘giovani adulti’: sono presenti nelle strutture 1.940 ragazzi di eta’ compresa tra i 18 e 21 anni. Si tratta di un dato in diminuzione, se si considera che rispetto alla precedente rilevazione, la percentuale dei ‘giovani adulti’ (o ‘neo maggiorenni’) e’ passata dal 10% all’8%.
A proposito del sesso, invece, il 68% degli ospiti delle comunita’ sono maschi. Rispetto al dato della precedente rilevazione (65,8%) si registra un lieve incremento legato anche qui, in buona parte, alla crescente presenza di minorenni di origine straniera.
Il collocamento in comunita’ e’ stato disposto nel 57,8% dei casi dall’Autorita’ giudiziaria e solo nel 13,7% dei casi dall’Autorita’ amministrativa (servizi sociali) con il consenso dei genitori (o del tutore).
A proposito della durata della permanenza in comunita’, rispetto alla precedente rilevazione si rileva una lieve diminuzione della percentuale dei casi di minorenni presenti in comunita’ da piu’ di 24 mesi, pari al 23% (nel 2014 era 26,5%). Il restante 77% degli ospiti, invece, si trova in comunita’ da meno di 24 mesi.
L’incidenza della presenza di minorenni di origine straniera risulta quindi alta e in costante aumento. Se gia’ al 31 dicembre del 2014 la percentuale dei minorenni di origine straniera era pari al 42,8%, infatti, nel corso del 2015 si e’ registrato un ulteriore incremento del dato, salito al 48%.
Si tratta prevalentemente di maschi in eta’ tardo adolescenziale (16-17 anni), ospitati nel 35% dei casi in strutture presenti nell’Italia insulare, in particolare in Sicilia. La garante Filomena Albano, a tal proposito, ha anticipato che “a breve sara’ pronto il monitoraggio del fenomeno relativo al 2016, anno che ha fatto registrare un consistente arrivo in Italia di stranieri rispetto agli anni precedenti”.
Quella presentata il 20 Ottobre “e’ una raccolta dati sperimentali- ha proseguito Albano- elaborata sulla base della collaborazione volontaria delle strutture minorili che non sono deputate per legge alla raccolta dati”. Si tratta di “una fotografia aggiornata e completa della situazione dei ragazzi fuori famiglia. Alcune oscillazioni rispetto alla rilevazione precedente sono comprensibili alla luce del fatto che sono aumentati i ragazzi di origine straniera nel nostro paese. Questo giustifica, a nostro avviso sia la prevalenza del genere maschile, sia la prevalenza della fascia adolescenziale, sia il fatto che la Sicilia rappresenti la regione dove i ragazzi sono prevalentemente collocati”. L’obiettivo della pubblicazione, spiega la garante Albano, “e’ approfondire il tema dell’accoglienza dei minorenni che vivono fuori dalla famiglia di origine”. Le condizioni di “vulnerabilita’ di questi ragazzi rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo della loro personalita’. E proprio per questo occorre tenere un occhio vigile per poter garantire quanto piu’ possibile l’eguaglianza dei diritti e delle opportunita’. Inoltre i bisogni di tutela che ruotano attorno al fenomeno dell’accoglienza nelle comunita’ non si esauriscano nelle difficolta’ che determinano l’ingresso in struttura, ma riguardano anche la fase di uscita dal percorso di accoglienza dei ragazzi divenuti maggiorenni”.