Parlare di diritti dell’infanzia in un mondo in cui ancora tanti, troppi bambini e bambine muoiono di fame, di guerra, vengono usati e sfruttati nel lavoro, arruolati per compiere attentati terroristici, bambini e bambine abusati o costretti a prostituirsi… non è facile. Ma si ha il dovere di farlo. Parlarne senza restare fermi ai bei pensieri, parlarne affinché le parole diventino azioni, fatti, comportamenti concreti di adulti sempre più consapevoli e responsabili.
I diritti dei bambini e degli adolescenti sono raccolti nella Convenzione Internazionale ratificata dalle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989: si tratta di 54 articoli che stabiliscono i diritti di tutti i minori di 18 anni (nella Convenzione vengono detti “fanciulli”). In Italia, negli ultimi venti anni il mondo degli adulti si è impegnato a sensibilizzare la popolazione sul tema dei diritti dell’infanzia e, il 22 giugno 2011, la Repubblica Italiana ha finalmente scelto di dotarsi di uno strumento importantissimo per la protezione dei diritti delle persone di minore età: l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza. La stessa figura è presente nelle Marche dal 15 ottobre 2002. Ma in un mondo che fa sempre più fatica a riconoscere la dignità di membri della famiglia umana come fondamento della libertà, della giustizia e della pace universali, c’è ancora tanto da lavorare affinché anche i diritti dell’infanzia abbiano piena cittadinanza nel nostro vivere quotidiano.
Parlare di diritti dell’infanzia significa parlare delle responsabilità degli adulti, dei loro doveri a cui questi diritti si appellano: il dovere di considerare preminente l’interesse del fanciullo; il dovere di preservarne l’identità, di riconoscerne la libertà di espressione e di pensiero; il dovere di promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale; il dovere di assicurargli un’educazione che favorisca lo sviluppo della personalità e che prepari il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza.
Parole che, a leggerle con attenzione, pesano come macigni di fronte alle grandi disuguaglianze che persistono, alle mancanze educative e sociali che ancora gli adulti non sono riusciti a colmare. A noi adulti non è dato di fermarci allo scarto che c’è tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere, a noi sono dati la responsabilità e il dovere di impegnarci, ogni giorno, costantemente, affinché questo scarto diminuisca. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di avere al loro fianco adulti, padri, genitori che sappiano essere testimoni che è possibile dare un senso a questo mondo, che con autorevolezza assecondano e applicano la regole a se stessi, le trasmettono senza identificarsi in esse in una sterile imposizione autoritaria. Genitori capaci di non trasferire i propri bisogni, desideri, mancanze sui figli e che non abdicano all’importante ruolo educativo di guida che contiene, accompagna e indica la via.
I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di avere a fianco insegnanti ed educatori che sappiano imprimere sigilli invisibili, marchiare con marchi immateriali, con energia, passione, fantasia e che sappiano stare utilmente in cattedra, senza salirci sopra.
I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di adulti desiderosi e capaci di dialogo, desiderosi e capaci di stare con loro, hanno bisogno e hanno diritto di avere al loro fianco adulti che sanno mettersi in ricerca, costantemente, che sanno fare un lavoro su loro stessi, che si pongono domande, che si fanno interpellare e che, con sempre maggiore consapevolezza, affrontano la vita nelle sue bellezze e nei suoi limiti, con le loro bellezze e con i loro limiti.
Federica Franceschini