‘Home visiting’, per cercare di prevenire i maltrattamenti

Secondo i dati, nel 2016 in Italia 5383 minori sono stati vittima di violenza: 15 bambini ogni giorno hanno subito maltrattamenti. Un dato che registra un incremento del 6% rispetto al 2015. A riferirli e’ il Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia), secondo cui “ogni anno, in questo paese, quasi 1000 bambini vengono abusati sessualmente. La grande parte di questi reati avviene tra le pareti domestiche. 1618 sono le bambine e i bambini che subiscono violenza in famiglia: abuso di mezzi di correzione, grave trascuratezza, percosse. Violenze cosi’ gravi da costringere al ricorso del pronto soccorso dove scatta la denuncia degli operatori e il reato entra nelle statistiche. E quella che stiamo osservando e’ solo la punta dell’iceberg”. E aggiunge: “Prendersi cura dei minori maltrattati significa proteggere e curare: due imperativi ai quali un paese non puo’ sottrarsi.

Molto si sta facendo ed e’ stato fatto, molto resta ancora da fare soprattutto sul piano della prevenzione”. Il Cismai, impegnato dal 1993 nella prevenzione e nel trattamento della violenza contro i minori, presentera’ allora a Roma il 13 novembre prossimo le Linee guida dell’Home visiting: uno specifico strumento di prevenzione, contenuto nel documento dell’Oms “Preventing child maltreatment: a guide to taking action and generating evidence”, per la realizzazione di una concreta prevenzione del fenomeno della violenza familiare sui minori attraverso una prassi di interventi che prendono avvio nelle strutture sanitarie e proseguono presso le famiglie stesse con il loro diretto coinvolgimento.

– Le Linee guida redatte dal Cismai mettono bene in evidenza che una seria azione di prevenzione dei maltrattamenti sui minori si realizza a partire dall’analisi attenta dei dati di cui gli operatori socio sanitari entrano in possesso al momento del parto, dall’osservazione e dall’ascolto dei bisogni, anche di quelli non esplicitati per paura, per convenzione sociale, per pudore, per vergogna. E in un momento di fragilita’ estrema come quello della nascita di un figlio, l’azione preventiva deve proseguire a casa della famiglia grazie all’intervento di personale altamente qualificato, capace di guidare, accogliere, comprendere e in grado di offrire soluzioni. “L’Home visiting, se applicato correttamente – afferma il Cismai -, e’ un sofisticato strumento per il quale occorrono risorse economiche adeguate, risorse umane qualificate, capacita’ di fare rete con le strutture pubbliche e le realta’ associative che gia’ operano nei territori. E ancora, cosi’ come opportunamente il Cismai sottolinea, e’ di fondamentale importanza la formazione degli operatori che entreranno in contatto con la famiglia perche’ siano preparati a far si’ che le madri e i padri in condizioni di fragilita’ si sentano in grado di ripercorrere le eventuali esperienze della propria esistenza che li hanno resi soggetti vulnerabili loro stessi esposti al rischio di perpetrare, con i propri figli, comportamenti subiti e mai affrontati in modo adeguato. Prevenire il danno da violenza, curare, proteggere i minori sono il migliore investimento che un paese possa mettere in campo per il futuro di tutta la societa’”, conclude l’associazione.